Langus

Una grande massa inerte si staglia nella trama, dichiarando l’ambivalente monumentalità di un edificio largo 48 metri e lungo 124 metri. Un unico volume costruito imponente che si assottiglia verso il cielo, una totale permeabilità del piano terra sormontata da un grande e solido tetto, una calma e distesa orizzontalità che dialoga con una tensione obliqua. L’unico gesto che integra e interferisce con questo design comunica l’ingresso agli utenti. Questo attraversa l’edificio accogliendo i visitatori in modo equivalente sia dal lungomare che dall’accesso a nord, connettendo la città con il mare. Il progetto recupera il repertorio formale delle longhouse vichinghe declinandolo in base alle esigenze e prerogative di un museo contemporaneo. Questa installazione trasforma la percezione esterna di un tetto in pietra che dialoga con il tempo e le intemperie in un interno caldo e domestico con rivestimenti in legno e nervature di legno: corteccia e materia, resilienza e fiducia. L’archetipo della barca viene astratto e ancorato nella struttura interna, un’arca che custodisce la memoria e il futuro della città, sinonimo della curiosità dell’anima umana per l’ignoto e dell’ingegno che segna il progresso delle civiltà. Una barca per partire, una casa per tornare, un ponte per vedere le cose con distacco, una porta per entrare dentro.

 il visitatore subisce un’inversione nella percezione dell’edificio: dal contatto continuo con l’esterno passa a una percezione intima e introversa. Qui il design si rivela: un grande tetto sorretto da una struttura in legno costruisce uno spazio capace di mettere in relazione i diversi livelli. La sezione affusolata conferisce carattere e dinamicità all’ambiente e dota la mostra di spazi distinti in termini di altezza (da un minimo di 3,2 metri a un massimo di 7,8 metri) e conformità: la stanza della chiglia, le gallerie laterali, la stanza della prua, la sala di testa. Le specificità delle stanze permettono una variazione del layout che può offrire sia spazi oscuri e immersivi sia un’illuminazione diffusa e indiretta. Il percorso si completa al secondo piano, l’interno della barca sospesa dedicato alle mostre temporanee. Uno spazio flessibile, isolabile e regolabile, diviso in due zone complementari. Queste sono collegate tramite il ponte sospeso sopra l’atrio, dove si riconquista finalmente la vista sul mare e sul Castello di Turku.